lunedì 29 luglio 2013

Esami a settembre e lamenti di una professoressa


Avvertenza: consigliato per stomaci forti o per insegnanti
Un articolo sugli esami a settembre scritto da una professoressa che a settembre è sempre stata rimandata, che ne dite? Invece no. Inizia così e, ve lo dico già, si conclude con un mio sfogo contro i genitori. Sappiatelo prima di cominciare a leggere, siete avvisate!
Gli esami a settembre




Devo dire che in effetti di esami a settembre me ne intendo abbastanza, sia perché essendo un’insegnante li devo prevedere per alcuni alunni, sia perché li ho sostenuti io stessa quando frequentavo le scuole superiori.
Per un certo periodo di tempo sono anche stati eliminati e sostituiti con i debiti formativi che i ragazzi si trascinavano sul groppone anche per cinque anni e che contribuivano non poco al loro insuccesso scolastico.

Ma gli esami a settembre servono?
A me sono serviti, ho preso matematica per due anni di seguito e poi, andando a ripetizioni – seriamente - l’ho finalmente capita; gli esami a settembre sono stati la mia occasione per risolvere un conflitto tra me e la matematica che durava dalle scuole elementari; il primo passo verso la mia futura carriera scolastica, verso la facoltà di ingegneria e l’insegnamento di una disciplina (topografia) che ha proprio la matematica come suo elemento fondante.

Figuratevi quindi come la prendo quando sento che qualcuno si lamenta che il figlio è stato rimandato a settembre malgrado avesse ben cinque e mezzo! Ma affrontarla come un occasione no? Ma vuoi davvero che tuo figlio sia uno da cinque e mezzo o speri in qualche cosa di più per lui? Cosa? Lui proprio quella materia non la capisce? Non è una scusa per non studiarla!
E qui inizia lo sfogo

Lo so, forse la faccio facile, ma a parte la mia esperienza personale, di ragazzi ne ho visti passare tanti e volete sapere quali sono veramente quelli che non hanno la speranza di imparare qualche cosa di più? Quelli per i quali il cinque e mezzo svogliato (svogliato perché poi c’è il cinque e mezzo conquistato con il sudore che è tutta un’altra storia) è abbastanza? Sono i ragazzi che hanno i genitori che li assecondano, che li tengono nella bambagia e che li giustificano.
Forse è una giornata in cui sono in vena di lamentele, ma scusate, ai nostri tempi (come diceva la mia nonna) i professori avevano sempre ragione o mi sbaglio? Un insegnante poteva entrare anche in classe a menar le mani e a casa ci dicevano che sicuramente avrà avuto le sue ragioni. Non dico di assecondare certi atteggiamenti estremi, anzi, ma oggi i genitori vengono a giustificare i figli davvero per tutto e noi, come quando eravamo ragazzini, sempre dalla parte del torto!

Poco prima della fine della scuola una mamma è venuta a lamentarsi perché avevo dato un due alla sua bambina (quinta superiore) che aveva consegnato il compito in bianco, perché insomma il due è proprio demotivante, secondo lei avrei dovuto darle almeno quattro! Sarà che verso maggio tendo a perdere la pazienza, ma non ci ho visto più e, se di solito li tratto comunque con il sorriso, a questa donna ho proprio risposto! Signora come crede mi senta motivata io a vedermi consegnare una verifica in bianco ad un mese dagli esami dopo tre anni che le insegno questa materia? Se fossi in lei più del fatto che sua figlia ha preso due mi preoccuperei del fatto che non sa un acca di quello che le serve per gli esami e non perché non ci arrivi, semplicemente perché non studia. Potrei anche darle quattro, magari anche sei, pensa che cambierebbe qualcosa nella preparazione di sua figlia? Forse passerebbe solo il messaggio che studiare non serve a nulla o almeno non è indispensabile per essere promossi!
Lo so che adesso ci sarà uno stuolo di mamme che dirà che insomma certi professori non sanno spiegare, altri danno i voti solo guardando in faccia i ragazzi, altri non danno mai voti superiori al sette, ed altri ancora ce l’hanno con i loro bambini. Mettiamoci poi che i compiti delle vacanze sono troppi, che i professori lavorano solo mezza giornata (magari! Care nottate a correggere e preparare verifiche) e hanno tre mesi di ferie (magari per me dal 12 luglio al 25 agosto per la precisione e mai nel periodo in cui costa meno andare in ferie) e andiamo tutti insieme alla fiera del luogo comune!

È vero che ci sono docenti poco professionali, non tutti, non la maggior parte, come in tutte le professioni. Abbiamo studiato la nostra disciplina e, oltre a saperla spiegare alla perfezione con gli strumenti che la scuola ci da (?) ci dobbiamo improvvisare psicologi, sociologi, genitori, sessuologi, guide turistiche, sorveglianti, educatori, tenere sotto controllo casi sospetti di depressione, bulimia, anoressia, attacchi di panico, violenza in famiglia e chi più ne ha più ne metta; scusateci se non siamo perfetti nell’assolvere tutte queste mansioni, ci proviamo senza esserne stati formati, almeno io ci provo insieme ai miei colleghi. È sempre stato così? Sì, certo, anche quando andavamo a scuola noi e forse i nostri genitori ; ai professori era richiesto tanto, ma le famiglie forse lo capivano di più. I genitori e la scuola erano complici nell’educazione dei ragazzi e non antagonisti. Credo che sia questo il vero nocciolo della questione, il problema per cui insegnare diventa ogni giorno più difficile.
Certo, anche i genitori non sono tutti così. Ne arrivano anche di veramente interessati alla crescita del proprio figlio, di quelli con i quali si può lavorare e non serve conoscerli personalmente, già guardando il comportamento dei ragazzi in classe e l’atteggiamento che hanno nei confronti della scuola si capisce. Quando poi arrivano al colloquio hai solo delle conferme di qualche cosa che sai già.

Tra qualche settimana sarò anche io dall’altra parte della barricata e allora si vedrà. Quando Barbabella inizierà la scuola primaria magari sarò anche io sempre dalla maestra a lamentarmi di questo e di quello, a giustificarla quando non ha fatto i compiti o a tenerla a casa quando non se la sente di andare a scuola. Che dire? Chi vivrà vedrà, vi aggiornerò.

A presto e scusate lo sfogo!

2 commenti:

Federica ha detto...

Ciao! Approvo e condivido in pieno il tuo sfogo, ma soprattutto la tua analisi! Sono una professoressa anch'io, ma prima di tutto sono una mamma che vuole collaborare con gli insegnanti dei propri figli affinchè la scuola sia veramente "formativa" e non un parcheggio!!!!
Buona serata
Federica

Unknown ha detto...

Ormai dalla scuola ci sono uscita da un po' e anche i miei genitori (entrambi insegnanti alle superiori) sono in pensione da qualche anno. Però secondo me il tuo sfogo è più che legittimo per i tempi che corrono.
Poi è vero che esistono professori che lasciano quantomeno intravedere delle preferenze in base all'aspetto degli alunni, o in base alla famiglia di provenienza...
Non esiste una categoria di santi, che siano genitori o prof, ci sono solo persone che riflettono e che hanno un'etica e altre che... meno.

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