mercoledì 5 febbraio 2014

Il nostro week end a Vienna con i bambini

Prima di avere figli dicevo quello che dicono tutte (o almeno la maggior parte) le donne: “Quando avrò un bambino non smetterò di fare nulla di quello che faccio ora”. Alzi la mano chi non ha pensato questo almeno una volta prima di diventare mamma (o papà). Ovviamente tutti ci siamo scontrati con la dura verità quando il nostro primogenito ha visto la luce.
È inutile che mi metta a fare l’elenco delle cose che sono cambiate, ma quello che forse mi è mancato di più sono i viaggi. Potrei dire che i bambini si stancano in viaggio, che non reggono i tempi degli adulti, che è uno spreco spendere dei soldi per stare chiusi in camera a fare il riposino. In realtà siamo noi che non abbiamo voglia di gestire i bambini in situazioni diverse da quelle collaudate e temiamo di tornare dalla vacanza più distrutti di quando siamo partiti.
Il Naschmarkt

Questa volta abbiamo preso la palla al balzo e ci siamo uniti a tre amiche per uno splendido week end a Vienna, bambini al seguito, ed è stato un successone. I bambini ne sono stati entusiasti e si sono divertiti tantissimo, noi ci siamo stancati, come loro del resto, ma eravamo proprio contenti.
Vi confesso che per tutta la settimana prima di partire mi sono pentita di essermi imbarcata in questa cosa e di aver prenotato; l’idea di fare le valigie per tutti mi angosciava come succede prima di ogni partenza e il pensiero di dover disfare i bagagli e fare il bucato al ritorno pure. Ma una volta partiti tutto è cambiato e l’entusiasmo ha preso il sopravvento.
tutti fotografi

Coinvolgere i bambini

Consultiamo la piantina
Non abbiamo deciso un itinerario strettamente a misura di bambino primo perché le amiche che erano con noi non avevano figli, secondo perché la vacanza deve essere tale per tutti, anche per i genitori, ed i bambini possono essere coinvolti nella visita anche a cose che non sono strettamente rivolte a loro.

Per coinvolgerli ulteriormente abbiamo dato a Barbabella la nostra vecchia macchina fotografica digitale con la quale ha immortalato monumenti, strade e negozi dal suo punto di vista. Ha scattato più foto lei di noi e voleva continuare a visitare senza mai fermarsi. Ovviamente qualche scatto era permesso anche a Barbaforte, ma sotto la stretta supervisione della sorella maggiore.


Passeggiata lungo il Donaukanal
La seconda dotazione che abbiamo previsto per i bambini è il kit del reporter, costituito da quaderno e matite per disegnare (la prossima volta dobbiamo ricordarci anche il temperino, per fortuna la nostra amica architetto ne ha sempre uno in borsa). Ben presto le pagine bianche si sono riempite di chiese, quadri e personaggi incontrati in quei tre giorni. La principessa Sissi ed i baffoni dell’imperatore Francesco Giuseppe l’hanno fatta da padroni.


Per le vie del centro

Il viaggio

Il viaggio di andata è stato sicuramente la parte più faticosa (al ritorno hanno dormito quasi sempre), anche perché abbiamo deciso, per motivi economici, di muoverci in macchina. Vienna dista circa sette ore di auto da Verona e abbiamo quindi dovuto prevedere gli intrattenimenti per i bambini. Io sono fermamente contraria all’uso di video o tablet per distrarre i bambini durante i viaggi perché vorrei che si guardassero intorno, ammirassero il panorama e notassero i cambiamenti di paesaggio. Sette ore però sono tante, ho quindi acquistato un album di stickers di Peppa Pig, quelli che si attaccano e staccano con i quali hanno giocato per circa mezz’ora; poi è stato tutto un guarda lì! Cos’è quello? C’è la neve! Insomma anche il viaggio è andato bene. Giusto per dare qualche dato: da Verona abbiamo fatto il Tarvisio. Se si va in Austria in automobile bisogna avere il kit del pronto soccorso ed il bollino dell’autostrada che si acquistano nell’ultimo autogrill prima del confine.


Il DonauKanal

Hotel e pranzi

Abbiamo prenotato presso un albergo della catena Meininger, il Vienna Downtown Sissi ci siamo trovati molto bene, l’arredamento e le finiture moderne e la mancanza di moquette lo rendevano, per me, particolarmente confortevole, anche se il mobilio era un po’ spartano e c’era giusto l’indispensabile. Anche la posizione è ottima, dieci minuti a piedi dalla cattedrale con passeggiata lungo il Donaukanal (un canale artificiale che lambisce il centro della città) davvero gradevole, oppure la metropolitana comodissima a due minuti a piedi dall’hotel. Questa catena offre solo la colazione (ottima ed in stile continentale) ai suoi ospiti, quindi per la cena abbiamo optato per i ristorantini tipici del centro. A pranzo, lo confesso, McDonald e North Sea la facevano da padroni. Per la macchina c’è il parcheggio dell’albergo (a pagamento), ma nei giorni festivi si può parcheggiare liberamente anche in strada. Un’ultima nota: se scegliete di pernottare al Vienna Downtown Sissi preparatevi a dividere le vostre notti con la principessa Sissi che impera ovunque dalla reception alla testata del letto….inquietante, ma Barbabella ha gradito mooooolto.
Il Naschmarkt
Particolarmente gradevole la sosta per il pranzo al Naschmarkt, si tratta di un mercato internazionale con prodotti che arrivano letteralmente da ogni parte del mondo, insieme alle bancarelle si trovano anche bar e ristorantini tipici per tutti i gusti, dal pesce al kebab, dall’indiano al sushi, potete optare per uno stinco intero o per la classica Wiener Schnitzel, la cotoletta tipica viennese. Noi abbiamo scelto quest’ultima e devo dire che ci siamo trovati meglio qui, anche se era affollato e abbiamo dovuto aspettare un po’, che nel ristorante tipico consigliato dalla guida.
Il duomo visto da Barbaforte

Le visite

Vi dico subito che lo scopo ultimo di Barbabella era quello di poter visitare l'Hofburg, il palazzo della Principessa Sissi, il suo idolo; non vi dico quando siamo entrati nella stanza con i manichini che indossavano due dei suoi abiti più belli. L’apoteosi e l’estasi……
anche i piccoli apprezzano le vetrine
In effetti la storia della principessa Sissi e del suo consorte non è così romantica come i film ce l’hanno fatta conoscere e la visita alle sue stanze toglierà ogni dubbio a chi ancora vive nel sogno di quella grande storia d’amore. Gli appartamenti sono preceduti da una vasta esposizione di porcellane e stoviglie appartenenti alla famiglia imperiale, qui il gioco sarà scegliete il preferito; se vorrete con le audio guide potrete scoprire tutti i segreti di piatti e fondine, altrimenti passate pure velocemente. Noi siamo entrati poco prima dell’ultimo ingresso e non avevano più audioguide da darci, ci hanno fornito di un opuscolo decisamente più scomodo.
Se si è troppo stanchi ci sono le spalle di mamma e papà
Volendo nello stesso palazzo è possibile assistere alle esibizioni dei Cavalli Lipizzani della scuola di equitazione spagnola.
Uscendo dal palazzo, che è proprio in centro, una lunga sosta da Starbucks è d’obbligo, una cioccolata calda con i cookies è quello che ci vuole dopo un viaggio di tante ore ed una visita così impegnativa. E qui i bambini hanno potuto disegnare le loro prime impressioni.
Una passeggiata per le vie del centro, con le carrozze che attiravano l’attenzione di Barbaforte che urlava come un matto quando le sentiva arrivare, ci ha portati direttamente alla cattedrale dove abbiamo potuto assistere alla S.Messa cantata con Barbaforte affascinato dal grande organo che non la smetteva di suonare e Barbabella addormentata in braccio a papà.
il kit del reporter
Il giorno seguente è dedicato alla visita del Belvedere. Che i miei bambini sono abituati a visitare pinacoteche e mostre d’arte già lo sapete, quindi questa vista non mi preoccupava più di tanto. l’importante è non avere la pretesa di stare un quarto d’ora in ogni sala e scegliere su cosa soffermarsi in base ai gusti ed agli interessi di ciascuno. Sappiamo per esempio che Barbaforte gradisce quadri di battaglie o soldati a cavallo (Napoleone a cavallo di Jaques Louis David è stato il suo preferito), mentre Barbabella non resiste al richiamo di romantiche damine e ritratti di famiglia, quindi ci fermiamo a guardare di più questi. Certo che però Klimt mette d’accordo proprio tutti e lascia davvero senza fiato con quell’oro che sembra letteralmente uscire dai suoi quadri. Lo incontreremo ancora al Palazzo della Secessione.


In metropolitana
Ma il vero divertimento è correre e divertirsi nei giardini del Belvedere che ci accolgono dopo qualche goccia di pioggia e quando è proprio ora di andare percorriamo tutta la discesa verso il centro della città giocando ad un due tre stella. Barbaforte rideva come un pazzo e non si è nemmeno accorto di aver fatto tutta quella strada.
Il palazzo della Secessione forse è un po’ più per intenditori. Io mi sono goduta una spiegazione del mio collega di storia dell’architettura quando ci siamo stati nella primavera del 2013 in gita scolastica. All’interno davvero mirabile è il fregio di Beethoven di Gustav Klimt, un inno alla nona sinfonia che deve essere visto con molta calma leggendo il foglio che consegnano all’ingresso per comprenderla fino in fondo. Ai bambini resterà impresso soprattutto il mostro a forma di scimmia

Nel tardo pomeriggio ancora una bella passeggiata alla scoperta dei vicoli del centro storico, seguendo uno dei percorsi indicati nella nostra vecchia guida; la ricerca dell’ormai inesistente museo del giocattolo ci porterà a conoscere degli angolini davvero romantici e particolari. Anche passeggiare tra le vetrine devo dire che è piacevole, soprattutto per chi come noi nelle grandi città ci va solo di rado. Infine ancora una lunga sosta da Starbucks a rimettere insieme, idee, emozioni e forze; davvero un luogo accogliente.

La domenica mattina ci siamo divisi, mentre le “zie” visitavano la casa studio di Sigmund Freud (almeno questa l’abbiamo risparmiata ai bambini) noi abbiamo optato per una tranquilla passeggiata per le vie del centro, deserte se appena si esce dai percorsi principali, davvero piacevole. Prima di ripartire alla volta dell’Italia la sosta alle “case pazze” di Underwasser è d’obbligo. I bambini sono strabiliati nel vederle, noi ancora di più, ma piove ed il viaggio è lungo, ci fermiamo giusto il tempo di qualche foto e una visita al book shop e poi ripartiamo.

 
Le case di Undertwasser

L’idea in più

Parlando con un’altra famiglia che soggiornava nel nostro albergo abbiamo scoperto l’esistenza di una città dei bambini (al momento chiusa fino alla prossima estate), una città come quella dei grandi, ma dove tutto è a misura di bimbo. Non so come la mettano con la lingua, ma a Minopolis i bambini possono decidere che mestiere o professione svolgere, indossarne la divisa e giocare a lavorare insieme ai loro coetanei. Si rivolge ai bambini dai 4 ai 12 anni e mi sembra proprio bello. Forse il problema della lingua ce lo facciamo di più noi che loro….

Il Donut è più soddisfacente se lo ordini da solo in un'altra lingua
Chiudo con una delle soddisfazioni più grandi: siamo al tavolino di Starbucks, seduti comodi che ci riposiamo e i bambini chiedono un altro donuts che nessuno di noi ha voglia di alzarsi a prendere. “Vai tu, ti do i soldi” Rispondo a Barbabella sperando che altri prendano l’iniziativa. Lei allunga la mano e mi chiede: “dimmi cosa devo dire”. Si fa coraggio con il fratello per mano, va alla cassa, ordina, prende il vassoio e ringrazia con un sonoro thank you finale. Non vi dico l’orgoglio della mamma! Ha solo 6 anni, fa la prima elementare ed ha un promettente futuro da viaggiatrice!

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