lunedì 19 maggio 2014

Che FORTE il castello


Oggi vi racconto di un’altra delle nostre gite domenicali, quelle che facciamo nel nostro piccolo raggio d’azione di un centinaio di chilometri, ma che sempre ci riservano delle bellezze inaspettate.

Avete presente quando siete sull’autostrada del Brennero e, dirigendovi verso nord, appena passato Rovereto, scorgete in alto a destra una collinetta con qualche cosa di costruito sopra? Potrebbe essere un forte, un castello o magari un monastero visto dal basso della Valle dell’Adige (Vallagarina in quel tratto). 

Credo che più o meno tutti abbiano pensato almeno una volta quello che penso io ad ogni viaggio che faccio da quelle parti: “Bisogna che qualche volta ci fermiamo a visitarlo”.
Si tratta di Castel Beseno, uno dei tanti che costeggiano il percorso dell’Adige, costruiti per sorvegliare chi proveniva da nord verso la pianura Padana ad opera di signori locali. Adesso non sto a tediarvi con la storia del castello che risale al medioevo ed è architettonicamente più stratificato di una millefoglie alla crema, preferisco parlarvi piuttosto di cosa oggi si possa visitare e di come organizzare una gita con i bambini (o almeno di come l’abbiamo organizzata noi), anche perché la storia è spiegata benissimo durante la visita.

Come arrivare

Come si può facilmente intuire guardandolo dalla valle, Castel Beseno è arroccato su una collinetta che scende più o meno morbidamente verso la Vallagarina e a strapiombo sulla gola del Rio Cavallo, lungo la strada che porta a Folgaria. Questo dello strapiombo è un concetto che merita di essere approfondito, soprattutto per tutti quelli che viaggiano fidandosi ciecamente del proprio GPS. Il GPS ha qualche problemino con il rilievo delle quote pertanto potrebbe accadere che trovandosi ai piedi di un dirupo non riesca a cogliere la differenza di posizione tra quello che sta sopra e quello che sta sotto. È così che il nostro navigatore ci ha portato ai piedi dello strapiombo sul Rio Cavallo su cui sorge il Castello e ci ha segnalato la posizione di arrivo. Peccato che la macchina non sia dotata di ascensore e che la strada (quella comoda e non in corda doppia) fosse da tutt’altra parte. Insomma, non fidatevi del GPS seguite le indicazioni o uste una carta stradale. Ve lo devo dire che sull’affidamento cieco al navigatore e sulla mancanza di una carta stradale in auto abbiamo quasi rischiato il divorzio?
Dimenticavo l’uscita dell’autostrada è quella di Rovereto Nord sulla Modena Brennero.

Curiosare ovunque
Una volta giunti al comodo parcheggio si cammina per cinque minuti lungo un sentiero in salita che si arrampica per il tratto terminale intorno all’altura e si incominciano a vedere i primi muraglioni. Si passa una prima porta, poi una seconda e ci si ritrova, quasi improvvisamente ai piedi del maestoso castello. Inutile dirvi l’emozione dei bambini: quando hanno visto le mura con i merli, non stavano nella pelle, soprattutto quando il custode ha rivelato loro che avrebbero potuto provare elmi e armature.

Il panorama

La visita

La prima parte che ci si trova a visitare è il prato in cui si svolgevano i tornei. “Cosa sono i tornei?” Le citazioni colte fanno sempre comodo e devo dire che Robin Hood di Walt Disney e The Brave sono stati fondamentali per far capire ai bambini cosa fossero le giostre, dove si sedevano i castellani e come si svolgesse un torneo. Come se non bastasse poi in fondo a questo spazio sono stati sistemati dei giochi a tema apposta per i bambini e devo dire che, mentre mamma e papà facevano picnic all’ombra del muro di cinta Barbabella e Barbaforte hanno esplorato e giocato tutto il tempo senza mai fermarsi.

I giochi nel campo dei tornei

La salita alla Porta Scura
Procedendo ancora un po’ si entra nel primo cortile del castello e, salendo sul primo bastione, proprio là dove erano poste le bocche di fuoco, si trova uno spazio adibito al tiro con la balestra. Dopo una mezzoretta passata a cercare di fare centro si passa al giro sospeso lungo le passatoie, da brivido per quanto è bello il panorama e per il vento che tira. E pensare che un tempo non avevano nemmeno la ringhiera!
Il tiro con la balestra
Andando ancora avanti scopriamo le cucine, il forno e più si prosegue più ci si avvicina alla zona residenziale del castello ed è qui che arriviamo al punto più atteso. La virtù della fortezza è un’esposizione permanente di armi e armature all’insegna del Vietato non toccare; tutti, bambini e adulti, infatti, possono maneggiare e provare elmi e armature per immergersi completamente nell’atmosfera dell’epoca.
La stanza delle armature

La prova dell'armatura
Passato quella che avevamo immaginato come l’attrazione principale per Barbaforte ne abbiamo trovata un’altra se possibile ancora più affascinante: la ricostruzione della battaglia di Calliano. Si tratta di un video che racconta della battaglia tra truppe veneziane e truppe trento/tirolesi svoltasi proprio ai piedi di Castel Beseno. L’aspetto più interessante che appena ai piedi del video è posto un plastico della valle su cui vengono proiettate le posizioni delle truppe e i video della ricostruzione delle battaglie. Una sorta di Risiko storico tridimensionale che non ha mancato di farci divertire. Per la cronaca noi tenevamo i bianchi, a voi scoprire chi erano e come è andata a finire.

Ristorarsi

Nel castello è presente un bar in cui fermarsi per pranzare o per merenda, niente di che; in prossimità del parcheggio c’è invece un ristorante. Noi abbiamo optato per il classico picnic consumato sul prato dei tornei. In tutto il castello sono disposte panche, panchine e tavolacci su cui fermarsi a pranzare, l’importante è poi, ovviamente, ripulire tutto. Acqua fresca a volontà grazie alle fontanelle!
Io laggiù non ci scendo
Mi raccomando non dimenticate la Mappa, la visita sarà ancora più entusiasmante!
Non dimenticate di dare una mappa ai bambini vi guideranno loro
Che altro dire? Puntualmente il lunedì mattina la maestra di Barbaforte ha dovuto riservargli una mezzora di show in cui fargli raccontare l’ultima avventura e tutti a bocca aperta.
Il biglietto costa 5 euro per gli adulti ed i bambini non pagano. C'è la possibilità di fare un biglietto cumulativo della validità di un anno che permette di visitare anche il Castello di Stenico, quello di Thun ed il castello del Buonconsiglio a Trento.
Questa gita può essere fatta anche insieme alle altre di cui avevo raccontato per un week end (a questo punto lungo) in Trentino: Artesella e Muse di Trento.

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...